01Riepilogo delle conclusioni
principali: Italia

La stragrande maggioranza (90%) delle persone intervistate per l'Enterprise Cloud Index globale sta adottando un approccio infrastrutturale di tipo “cloud smart”, che prevede di utilizzare l'ambiente più adatto per ciascuna applicazione (per esempio il datacenter, il cloud o l'edge): in Italia questa percentuale raggiunge addirittura il 96%. Inoltre, l'83% delle organizzazioni a livello globale ritiene che gli ambienti IT ibridi siano i più adatti per la gestione di applicazioni e dati, e tra le realtà italiane questo tasso è ancora più alto e raggiunge il 93%. Tuttavia, nonostante un elevato interesse per gli ambienti distribuiti e l'implementazione dell'IT ibrido, l'Italia è in ritardo rispetto alla media globale per quanto riguarda l'adozione del multicloud ibrido: le implementazioni di cloud ibrido e multicloud ibrido italiane infatti rappresentano oggi solo il 17% del totale, in controtendenza rispetto alla media globale del 46%. Da qui a tre anni, non ci si aspetta che questa proporzione cambi in maniera significativa.

Nel nostro report Enterprise Cloud Index globale, l'88% delle persone intervistate ha concordato sul fatto che la sostenibilità è una priorità per l'organizzazione alla quale appartengono. Per quanto riguarda l'Italia, questo tasso raggiunge il 95%. Ma se il report precedente mostrava un sostanziale immobilismo, oggi molte organizzazioni stanno adottando misure concrete per implementare iniziative per la sostenibilità, la più comune delle quali è la modernizzazione dell'infrastruttura IT. Inoltre, le realtà italiane hanno indicato l'aumento degli investimenti per la sostenibilità come priorità principale per i prossimi 12 mesi, mettendo in chiaro che la sostenibilità dell'IT e i programmi ESG (Environmental, Social and Governance) saranno temi di fondamentale importanza per le figure responsabili delle decisioni IT per tutto il 2024.

Allo stato attuale dell'infrastruttura, i quattro principali punti critici nella gestione delle applicazioni e dei dati indicati dalle organizzazioni italiane sono:

  • Privacy e conformità dei dati
  • Migrazione di carichi di lavoro e applicazioni
  • Protezione da ransomware e malware
  • Scalabilità e semplicità di provisioning delle risorse

Nel 2024, le organizzazioni italiane pianificano di incrementare gli investimenti soprattutto in tre aree:

  • Modernizzazione dell'IT
  • Attività e tecnologie per la sostenibilità
  • Analitiche dati

02Tabella dei risultati

Tabella dei risultati: confronto tra i valori globali, quelli dell'area EMEA e quelli dell'Italia

Modelli di implementazione IT: per quanto riguarda le implementazioni di cloud ibrido e multicloud l'Italia è in ritardo, con un tasso di utilizzo di diversi cloud pubblici superiore alla media. In tutte le macroregioni da qui a tre anni si prevede una calo simile nell'utilizzo di datacenter on‑premise, private cloud e cloud ibrido, con un conseguente aumento dell'adozione del multicloud ibrido e delle implementazioni di cloud pubblico singole o multiple. Attualmente, l'Italia mostra una prevalenza particolarmente elevata di implementazioni on‑premise rispetto alle medie globali e per macroregioni. È inoltre importante notare l'incidenza della categoria “multipli cloud pubblici”, che si prevede aumenterà di 27 punti nell'arco dei prossimi 3 anni. Nel complesso, il quadro italiano per quel che riguarda i modelli di implementazione è meno incoraggiante rispetto ai risultati mondiali o dell'area EMEA, che indicano un mix più proporzionato e una preferenza verso le implementazioni IT di tipo cloud ibrido o multicloud ibrido, oggi come nelle previsioni per i prossimi 3 anni (come mostra la Figura 1).

Modelli di implementazione IT attualmente utilizzati e previsti per il futuro (D1)

Americas

EMEA

Italia

Oggi

Da qui a tre anni

Datacenter on‑premise
e private cloud

34%
40%
59%
14%
17%
32%

Cloud ibrido

31%
25%
13%
11%
14%
7%

Multicloud ibrido

15%
14%
4%
35%
30%
11%

Cloud pubblico singolo

5%
5%
12%
13%
12%
12%

Più cloud pubblici

11%
15%
12%
26%
28%
39%

Figura 1: modelli di implementazione IT attualmente utilizzati e previsti per il futuro (D1)

Fattori che influenzano la scelta dell'infrastruttura: in Italia, la priorità principale nella scelta dell'infrastruttura è la protezione da ransomware e malware, in controtendenza rispetto alle medie globali e dell'area EMEA. Nell'area EMEA, la sovranità e la privacy dei dati sono tra i fattori principali che guidano la scelta dell'infrastruttura — in netto contrasto con la media globale, dove invece si classificano al quinto posto. In Italia l'importanza data alla sovranità e alla privacy dei dati è analoga al resto dell'area EMEA, ma l'elemento che influenza maggiormente la scelta dell'infrastruttura è la protezione da ransomware e malware (vedi la Figura 2).

Classifica dei principali fattori che influenzano la scelta dell'infrastruttura (D5)

Globale

EMEA

Italia

Flessibilità di esecuzione su cloud e on‑premise

41%
41%
37%

Prestazioni

40%
38%
41%

Protezione da ransomware e malware

39%
39%
45%

Servizi dati (per esempio snapshot, replica, recupero dei dati e backup)

38%
36%
36%

Sovranità e privacy dei dati

37%
41%
44%

Possibilità di supportare l'AI

35%
35%
29%

Sostenibilità

34%
34%
32%

Governance

33%
34%
35%

Figura 2: classifica dei principali fattori che influenzano la scelta dell'infrastruttura (D5)

Fattori che influenzano la migrazione delle applicazioni: il 97% delle organizzazioni italiane ha spostato/migrato le app da un ambiente all'altro negli ultimi 12 mesi. Il miglioramento del livello di sicurezza e dell'adeguamento ai requisiti normativi insieme all'integrazione con i servizi cloud‑nativi sono i due aspetti più importanti che spingono alla migrazione delle applicazioni sia a livello globale che nell'area EMEA. Tuttavia, le figure responsabili delle decisioni IT in Italia dimostrano di avere priorità diverse, indicando lo “sviluppo più rapido delle applicazioni” e il “miglioramento del controllo sulle applicazioni” come i due principali motivi che spingono a effettuare la migrazione (vedi Figura 3).

I motivi che spingono a migrare le applicazioni (D7)

Globale

EMEA

Italia

Aumento del livello di sicurezza e/o conformità ai requisiti normativi

42%
39%
47%

Integrazione con i servizi cloud‑nativi (AI, ML ecc.)

40%
39%
44%

Aumento della velocità di accesso ai dati

39%
36%
44%

Miglioramento del controllo sulle applicazioni

38%
37%
48%

Sviluppo più rapido delle applicazioni

35%
32%
49%

Esternalizzazione della gestione IT

32%
29%
37%

Raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità

32%
28%
24%

Disaster recovery

27%
27%
31%

Preoccupazioni relative alla capacità

26%
26%
29%

Governance

24%
28%
31%

Disposizioni dall'alto

23%
22%
19%

Figura 3: i motivi che spingono a migrare le applicazioni (D7)

Iniziative per la sostenibilità: il 95% delle organizzazioni italiane concorda sul fatto che la sostenibilità sia una priorità, mentre il 76% dichiara che i propri investimenti in iniziative e tecnologie per la sostenibilità aumenteranno nel 2024. Quest'anno le organizzazioni italiane intervistate hanno indicato la sostenibilità come una delle aree di investimento prioritarie. In linea con i risultati globali, i programmi di modernizzazione dell'infrastruttura IT e di riduzione degli sprechi sono le prime due iniziative su cui si concentrano questo tipo di iniziative. Tuttavia, a differenza delle medie globali e dell'area EMEA, l'Italia ha indicato il “miglioramento della conformità alle normative ambientali” come priorità numero 3, sottolineando che il controllo normativo sulle organizzazioni italiane potrebbe intensificarsi (vedi Figura 4).

Le iniziative per la sostenibilità adottate nell'ultimo anno (D8)

Abbiamo modernizzato la nostra infrastruttura IT per migliorare la sostenibilità

Abbiamo provato a migliorare la nostra capacità di individuare le aree in cui ridurre i rifiuti (agenti inquinanti nocivi, prodotti chimici, carta ecc.)

Con l'aiuto della tecnologia, il lavoro da remoto ha ridotto l'inquinamento dovuto agli spostamenti del personale

Abbiamo migliorato la conformità alle normative ambientali

La nostra capacità di monitorare le emissioni di gas serra e l'impronta carbonica è migliorata

Utilizziamo più fonti di energia rinnovabile

Puntiamo a raggiungere la neutralità in fatto di emissioni di anidride carbonica entro il 2050

Globale

EMEA

Italia

Figura 4: le iniziative per la sostenibilità adottate nell'ultimo anno (D8)

Recupero dagli attacchi ransomware: il 64% delle organizzazioni italiane ha impiegato giorni, settimane o addirittura più tempo per riprendersi completamente dagli attacchi ransomware. Quando si analizza il recupero dagli attacchi ransomware per macroregioni, la distribuzione delle tempistiche è relativamente simile, con tempi di ripristino che variano generalmente tra qualche ora e qualche giorno: il 36% delle organizzazioni italiane intervistate afferma di essere stata in grado di ripristinare completamente l'operatività in seguito a un attacco ransomware entro qualche ora, una percentuale superiore sia ai risultati globali che a quelli dell'area EMEA. È interessante notare come il 19% delle organizzazioni italiane intervistate abbia affermato di non avere subito nessun attacco ransomware negli ultimi 3 anni, otto punti percentuali in più rispetto alla media globale pari all'11% (vedi Figura 5).

Le tempistiche necessarie per la ripresa dopo un attacco ransomware (D11)

Abbiamo ripristinato l'operatività in poche ore

Abbiamo ripristinato l'operatività in pochi giorni

Abbiamo ripristinato l'operatività in poche settimane

Abbiamo ripristinato gran parte dell'operatività in poche ore, ma l'impatto dell'attacco si è fatto sentire per più di qualche settimana

Abbiamo ripristinato gran parte dell'operatività in pochi giorni, ma l'impatto dell'attacco si è fatto sentire per più di qualche settimana

Globale

EMEA

Italia

Figura 5: le tempistiche necessarie per la ripresa dopo un attacco ransomware (D11)

Gestione dei dati: il 95% delle organizzazioni italiane intervistate sostiene di dover affrontare delle criticità legate alla gestione dei dati. A differenza dei risultati globali, per i quali la protezione dai ransomware e la sicurezza vengono indicate come le principali criticità associate alla gestione dei dati, l'Italia identifica la privacy come criticità più importante. Questo tipo di preoccupazione può essere spiegata dal fatto che il 96% delle organizzazioni italiane intervistate ritiene che avere il pieno controllo sui dati sia una priorità assoluta, e il 99% reputa importante ottenere una maggiore visibilità su dove risiedono i dati (vedi Figura 6).

Le principali criticità legate alla gestione dei dati (D12)

Protezione dai ransomware e sicurezza dei dati

Privacy dei dati

Rispettare le linee guida per lo storage e l'utilizzo dei dati (per esempio il regolamento GDPR)

Collegare i dati provenienti da ambienti diversi

Mancanza di visibilità su dove risiedono i dati

Governance

Globale

EMEA

Italia

Figure 6: le principali criticità legate alla gestione dei dati (D12)

Priorità IT a livello dirigenziale: le organizzazioni italiane intervistate indicano la sicurezza dei dati e la protezione dai ransomware come le principali priorità a livello dirigenziale per il 2024. In linea con i risultati globali e dell'area EMEA, le organizzazioni italiane hanno identificato la sicurezza dei dati e la protezione dai ransomware come le più importanti priorità IT a livello dirigenziale per il 2024. Non c'è da stupirsi: gli attacchi ransomware e la perdita e il downtime dei dati sono due tra gli elementi principali che possono impattare gravemente sulle organizzazioni di grandi dimensioni, ed eventi di questo tipo possono compromettere intere carriere per i quadri dirigenziali e le figure responsabili del reparto IT. Pertanto, la prevenzione e la mitigazione degli attacchi e/o delle perdite di dati devono restare una priorità assoluta. In controtendenza rispetto ai risultati globali, le organizzazioni italiane intervistate hanno identificato la sostenibilità come una delle prime tre priorità IT a livello dirigenziale (con 11 punti percentuali in più rispetto all'implementazione di strategie AI), ribadendo così l'attenzione del Paese nei confronti delle iniziative ESG (vedi Figura 7).

Priorità IT a livello dirigenziale per il 2024 (D17)

Sicurezza dei dati e protezione dai ransomware

Implementazione di operazioni IT ibride adeguate

Implementazione di strategie AI

Ottimizzazione delle operazioni

Accelerazione dello sviluppo di applicazioni

Riduzione al minimo dei costi

Sostenibilità

Globale

EMEA

Italia

Figura 7: Priorità IT a livello dirigenziale per il 2024 (D17)

Adozione dei container: il 97% delle organizzazioni italiane ha implementato applicazioni containerizzate. La containerizzazione comporta la creazione di pacchetti software che contengono tutti gli elementi necessari per eseguire virtualmente un sistema operativo. Ciò consente alle organizzazioni di eseguire i sistemi operativi ovunque — in un datacenter privato, nel cloud pubblico o persino su un laptop personale. Inoltre, la containerizzazione può essere considerata un elemento fondamentale della strategia multicloud ibrida. L'Enterprise Cloud Index 2024 mostra che la containerizzazione delle applicazioni è ormai diffusa capillarmente, con il 97% delle organizzazioni intervistate che informa che una porzione del proprio portfolio di applicazioni è containerizzata. Lo stesso vale per l'area EMEA e l'Italia, dove i tassi di containerizzazione sono simili (vedi Figura 8).

Tassi di containerizzazione delle applicazioni (D14)

Tutte le nostre applicazioni sono containerizzate

Più del 50% delle applicazioni sono containerizzate

Meno del 50% delle applicazioni sono containerizzate

Nessuna delle nostre applicazioni è containerizzata

Globale

EMEA

Italia

Figura 8: Tassi di containerizzazione delle applicazioni (D14)

03Contesto e obiettivi della ricerca

Per il sesto anno consecutivo, Nutanix ha commissionato una ricerca internazionale per conoscere lo stato delle implementazioni del cloud enterprise in tutto il mondo e scoprire quali sono le iniziative e le criticità principali delle organizzazioni per quanto riguarda l'infrastruttura IT e la gestione dei dati nel cloud. Nel dicembre 2023 la società britannica Vanson Bourne, specializzata in ricerche di mercato, ha intervistato 1˙500 responsabili delle decisioni nel campo dell'IT e del DevOps/dell'ingegneria delle piattaforme in tutto il mondo. Il campione delle persone intervistate comprendeva molteplici settori, aziende di dimensioni differenti, e diverse aree geografiche, tra cui Nord e Sud America; Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA); e la regione Asia‑Pacifico‑Giappone (APJ).

Questo report è complementare alle conclusioni globali del sesto Enterprise Cloud Index (ECI) annuale, e si concentra sui risultati inerenti all'Italia. Quest'anno l'indagine ha coinvolto 75 figure di spicco della realtà IT italiana. Questo report evidenzia in che modo i risultati relativi all'Italia si rapportano con il resto dell'area EMEA, nonché con le medie globali.

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