Per qualsiasi organizzazione, il successo della propria strategia ESG dipende dalla capacità di implementarla top-down, con i leadership team senior che prendono in mano la situazione e si impegnano affinché le attività di misurazione, reporting e trasformazione siano accurate.
Nicolas Leseur, Marketing Programs Manager per l'area EMEA di Nutanix e promotore della sostenibilità, analizza in dettaglio l'argomento approfondendo il tema della sobrietà digitale come strumento per ridurre i consumi energetici e il rapporto tra innovazione tecnologica e consumi, ed esaminando i vantaggi commerciali che si possono ottenere affrontando il problema della sostenibilità su larga scala.
Qual è il tuo ruolo in veste di Marketing Programs Manager per l'area EMEA e, soprattutto, come sei diventato promotore della sostenibilità per Nutanix?
Ho iniziato a lavorare per Nutanix nel 2019 come collaboratore esterno gestendo progetti con il team di marketing, e nel 2021 mi è stato offerto un contratto a tempo pieno: mi sentivo così integrato nell'azienda che ufficializzare il rapporto di lavoro mi ha reso felice. Sono sempre stato interessato alla sostenibilità e, più di recente, ho sviluppato un'attenzione particolare verso il ruolo delle aziende e dell'industria nel raggiungimento degli obiettivi net zero. Sapendo che il team di marketing dell'area EMEA di Nutanix gestisce eventi, campagne e programmi, ho capito di avere l'opportunità sia di influenzare le persone che lavorano all'interno e all'esterno dell'azienda sul tema della sostenibilità, sia di creare un “esercito” di sostenitori dell'ecologia all'interno di Nutanix. Inoltre, mi è stato chiaro fin dall'inizio che le soluzioni Nutanix potevano garantire risultati straordinari nel rendere i datacenter più efficienti.
Il mio ruolo prevede la collaborazione con i “cloud economist” per l'area EMEA di Nutanix, il comitato ESG, i product manager e i team statunitensi che lavorano con i clienti per creare dei case study sui prodotti Nutanix e illustrare come l'utilizzo di datacenter basati sul cloud non comporti solo vantaggi in termini di efficienza o dal punto di vista economico, ma anche sotto l'aspetto della sostenibilità. Un'infrastruttura basata sul cloud permette di ridurre i costi energetici e le emissioni di anidride carbonica, e i dati e le cifre contenuti nei nostri case study lo dimostrano. Per quanto mi riguarda, l'obiettivo è avere prove tangibili che dimostrino come l'utilizzo dell'infrastruttura Nutanix possa portare vantaggi finanziari e ambientali rispetto alle altre architetture. Per verificare ulteriormente i dati e la veridicità di queste affermazioni, ho collaborato anche con una società di ricerca e consulenza indipendente che si occupa di tecnologie emergenti e sostenibili, analizzando l'impatto dell'HCI sui costi energetici e sulle emissioni di CO2 nel datacenter in un modello di calcolo sviluppato in collaborazione con i cloud economist di Nutanix. Per la prima volta siamo stati in grado di fornire una previsione dei potenziali risparmi aggregati a livello europeo (area EMEA) e dei singoli mercati nazionali, evidenziando i risultati ottenibili in fatto di efficienza energetica e protezione del clima che una trasformazione su larga scala verso architetture di datacenter moderne può garantire.
Oltre che con i cloud economist, collaboro anche con sistemisti e account manager che lavorano con i clienti e con altri team di marketing nei mercati EMEA e USA. Voglio comprendere tutte le criticità che un potenziale cliente può incontrare ed essere in grado di dare risposte riguardo ai vantaggi finanziari legati alla sostenibilità di Nutanix. Inoltre, più persone sono coinvolte nel processo, più ampia sarà la reazione a catena e più rapidi saranno i progressi.
Puoi spiegarci quali sono le sfide che attualmente le organizzazioni si trovano ad affrontare nel raggiungere gli obiettivi di sostenibilità?
Ci sono molte sfide e alcune sono cruciali, ma ogni settore avrà le sue complessità da affrontare. Parlando nello specifico del consumo di energia, per settori industriali come quello dell'acciaio i consumi energetici e le emissioni di CO2 dell'IT saranno bassi, ma per altri settori saranno molto più alti e più difficili da contrastare. Ad esempio, nel suo rapporto ESG 2021 la Bank of New York Mellon ha indicato che quasi il 50% dei suoi consumi energetici è legato ai datacenter. Questo significa che la situazione può essere più semplice per alcuni settori rispetto ad altri, ma nel complesso ogni comparto si trova ad affrontare le stesse difficoltà. In linea di massima, i problemi che interessano tutti i diversi ambiti industriali sono:
Crescita economica vs obiettivi di sostenibilità
Riuscire a crescere nel contesto economico presente è già difficile, e allo stato attuale sappiamo che se un'azienda non registra una crescita incrementale non sarà in grado di sopravvivere. Ma per crescere spesso bisogna accelerare la produzione, i servizi o il consumo di risorse, causando un aumento dei consumi energetici o della produzione di rifiuti. Se a questo si aggiunge l'impennata dei costi energetici causata dalla scarsità delle forniture e dalla guerra in Ucraina, nonché le pressioni dell'Europa e di altri enti governativi per ridurre i consumi di energia, diventa molto difficile crescere e raggiungere allo stesso tempo gli obiettivi di sostenibilità.
A partire dal 2024, le aziende europee e quelle con sede negli Stati Uniti che hanno legami con l'Europa dovranno comunicare le loro emissioni di anidride carbonica usando tre valori (chiamati “three scopes”) per indicare le emissioni “dirette”, “indirette” e “totali”. Misurare questi valori e rendicontarli è molto complesso e la ‘sanzione’ applicata per il mancato raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione consiste nella tassazione, che andrà a pesare sulla maggior parte delle aziende impegnate a raggiungere i propri traguardi di crescita.
Misurazione e reporting dei valori di decarbonizzazione
Il processo di reporting sulla decarbonizzazione è molto complesso, e anche solo per iniziare bisogna essere in grado di misurare con precisione dove vengono prodotte le emissioni e a che velocità. Entro quest'anno (2023) le aziende dovrebbero già disporre dei processi e delle strutture per il reporting, ma stanno esercitando pressioni sui governi per far slittare le scadenze dato che implementare il processo di reporting in un solo anno è complesso. Le scadenze per la presentazione dei report sono state calendarizzate e organizzate in base alle dimensioni delle aziende a partire da quelle più grandi, visto che saranno in grado di trovare le risorse economiche necessarie per studiare la situazione e produrre i report richiesti.
Pressioni da parte di investitori e clienti che desiderano un approccio proattivo
La società a tutti i livelli è ormai consapevole del cambiamento climatico e ne subisce gli effetti. I fenomeni meteorologici estremi sono più frequenti, e siccità, inondazioni e venti di burrasca si verificano con sempre maggiore frequenza e intensità. Gli investitori, i clienti e persino i dipendenti stanno cominciando a fare delle scelte, esaminando le valutazioni ESG delle aziende prima di interagire con loro. Far finta di niente o evitare l'argomento non è più possibile: adottare una strategia di sostenibilità proattiva, visibile ed efficace è fondamentale per la sopravvivenza delle aziende di qualsiasi settore. Alcune aziende stanno inoltre cominciando a impegnarsi per raggiungere l'obiettivo net zero (entro il 2030, il 2040 o addirittura il 2050): trattandosi di una catena che interessa anche fornitori e vendor, tutte le aziende che lavorano o fanno affari con loro dovranno rispettare questo impegno.
In generale, quale posto credi che dovrebbe occupare la sostenibilità all'interno di una strategia di crescita aziendale?
Ogni organizzazione dovrebbe implementare la propria strategia ESG top-down partendo dal consiglio di amministrazione e dai dirigenti, e i principali promotori dovrebbero essere i CIO e i CFO: dopotutto, sono loro a pagare le bollette dell'elettricità, quindi dovrebbe essere nel loro interesse investire in campagne per il risparmio energetico ed economico! Allo stato attuale, riscontro un divario tra chi è già pronto – alcune aziende sono a buon punto con le strategie ESG – e chi sta appena iniziando a capire come rendicontare i propri consumi energetici.
Più si parla di questo argomento, più cose si possono imparare. Ad esempio, alla fine del 2022 ho tenuto un workshop dedicato alla sostenibilità e un cliente è intervenuto dicendo che doveva costruire un nuovo datacenter per la sua azienda: grazie a tutto ciò che aveva appreso durante l'incontro, aveva deciso di cambiare piani e di non aprire il suo datacenter in Polonia dove l'elettricità è generata principalmente dal carbone, producendo di conseguenza moltissima CO2 che sarebbe stata conteggiate nel report sulle emissioni.
A conferma della necessità di un “approccio top-down” c'è il fatto che sempre più aziende stanno creando ruoli specifici legati alla sostenibilità, con la nascita di ruoli quali “Sustainability Leader”, “ESG Leader” e “ESG Director” a riprova della serietà del movimento.
In fin dei conti, un buon punteggio ESG è un ottimo modo per le aziende per attrarre e trattenere talenti: un aspetto cruciale, dato che si tratta di uno dei temi più importanti dei programmi aziendali.
Puoi spiegarci in cosa consiste la “sobrietà digitale” e in che modo le aziende e i consumatori possono applicarne i principi?
“Sobrietà digitale” è un termine comunemente utilizzato in Francia e indica un consumo più responsabile di prodotti digitali, che può essere ridotto drasticamente o interrotto del tutto e che ha come conseguenza la diminuzione del consumo di energia e delle emissioni ad esso legate. Fondamentalmente, le aziende devono ripensare il modo in cui utilizzano le risorse necessarie per la crescita. Storicamente l'IT è stato un settore poco virtuoso in questo senso, in quanto ha sempre fatto ricorso all'overprovisioning per affrontare eventuali picchi o impennate improvvise della domanda (che alla fine non si verificano mai). Questo non è un approccio efficiente né dal punto di vista energetico né da quello economico, ed è ormai inaccettabile. Ora abbiamo l'opportunità di dimostrare come la tecnologia può effettivamente contribuire ad accelerare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, per esempio rendendo più efficiente dal punto di vista energetico l'infrastruttura e le operazioni nei datacenter.
Strumenti di intelligenza artificiale generativa come ChatGPT, MidJourney e Jasper stanno accrescendo l'efficienza in diversi settori, ma questo comporta un maggiore consumo di energia e una maggiore quantità di dati creati. Come pensi che possano coesistere innovazione e sostenibilità?
Sebbene l'AI generativa, come nel caso di ChatGPT, sia in generale ancora agli inizi, tecnologie come l'intelligenza artificiale e l'apprendimento automatico, se messe nelle mani giuste, potrebbero essere utilizzate per migliorare l'efficienza della tecnologia stessa. Possono aiutarci a ottimizzare il modo in cui utilizziamo le risorse a nostra disposizione – e qui possiamo tornare a fare riferimento alla sobrietà digitale: sobrietà significa in realtà fare a meno del tutto delle tecnologie, ma l'intelligenza artificiale e l'apprendimento automatico ci permetteranno di pianificare ed evitare di dover improvvisamente interrompere del tutto l'uso del digitale. In alcuni dei settori più problematici l'utilizzo dell'intelligenza artificiale e dell'apprendimento automatico può contribuire a migliorare l'efficienza – e nella maggior parte dei casi, una maggiore efficienza equivale a un minor impiego di risorse, a un minor consumo di energia e a una riflessione strategica più profonda su come raggiungere obiettivi cruciali. L'unica avvertenza o considerazione è che l'AI ha bisogno di dati da cui partire per funzionare, quindi bisogna tenerne conto prima di salire sul carro dell'intelligenza artificiale: non rappresenta certo la salvezza o la soluzione definitiva!
Puoi consigliare qualche risorsa alle aziende che vogliono tenersi aggiornate sulle metriche e sugli obiettivi di sostenibilità?
Certo. Abbiamo un articolo sulla creazione di una strategia IT sostenibile, ed è possibile anche leggere il parere di Nutanix sui nuovi calcolatori di CO2. Per saperne di più sulle strategie di decarbonizzazione e sui potenziali effetti delle infrastrutture iperconvergenti (HCI) sui costi energetici e sulle emissioni di CO2 è possibile scaricare il report di Nutanix “Migliorare la sostenibilità dei datacenter”, mentre qui si può leggere il report ESG di Nutanix del 2022. Il prossimo report sarà pubblicato nell'estate del 2023.
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